Le nostre strade sono calendari che contengono ciò che siamo stati e ciò che saremo domani. Ogni giorno, quando sul marciapiede cogliamo il nostro riflesso nelle vetrine, vediamo noi stessi nella città, ci cerchiamo nell’abbandono al ricordo di com’era quindici, dieci, quarant’anni fa, perché i vecchi luoghi che ci hanno visto sono la prova del nostro passaggio. Un giorno la città costruita da noi scomparirà, e quando se ne andrà noi scompariremo con lei. Quando i palazzi cadono, anche noi crolliamo.
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